Ciclabili in città, un piano pensato senza logica
“Il Guardiano del faro”
La scelta delle piste ciclabili così come concepita a Sesto sembra più dovuta a una raccogliticcia volontà politica propagandistica che a uno studio concepito relativamente a una città complessa, interessata da forte traffico di attraversamento, morfologicamente critica per la forte urbanizzazione e per la discrasia tra zone che la dividono. Dopo viale Gramsci, Rondò, via Roma, cavalcavia Buozzi, viale Edison, ecco viale Marelli, quest’ultimo interessato da una pista ciclabile che all’altezza di alcuni numeri civici, scompare per far posto a un disegnino che raffigura un pedone, per poi ricomparire come in una magia. Occupa tre quarti del marciapiede costringendo i pedoni a camminare in fila indiana, creando grossi problemi a chi ha difficoltà deambulatorie.
Insomma scelte raffazzonate che danno l’idea di fare una cosa tanto per farla, senza logica e soprattutto creando tensione tra chi usa i monopattini, i ciclisti e pedoni. In viale Marelli, la tensione è altissima ed si è già registrato che qualche pedone sia stato investito dal monopattino o dalla bicicletta di turno.
Lo spazio per chi si deve spostare a piedi, in una zona densamente urbanizzata, con la presenza di negozi, supermercato, uffici privati e pubblici come le poste, è pericolosamente insufficiente. Così non va bene per niente, siamo davanti a una scelta concepita male e realizzata ancora peggio.