La pazienza infinita che abbiamo noi cittadini sestesi
“Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ cosi, che abbiamo noi che siamo a Sesto ah…ah…ah…” E già, è proprio così. Per noi che viviamo in questa città e che subiamo giornalmente il sorriso stampato del sindaco, toccherebbe avere un risarcimento. Esatto, proprio un risarcimento per la capacità di sopportazione, per la pesantezza metafisica, per l’irritante presa per i fondelli che subiamo quotidianamente. La dichiarazione di Di Stefano sul caso Aiosa – Pizzochera, con la prima degradata da vicesindaco ad assessore e la seconda licenziata, sono un capolavoro di irresponsabilità politica ed istituzionale.
Affermazioni che avrebbe potuto fare chiunque non organico alla giunta, ma non il sindaco. Si è presentato come una vittima, come uno che cade dal pero. È arrivato al punto di nominare una commissione interna per accertare che nessun finanziamento regionale e statale fosse stato utilizzato impropriamente dall’ex assessore Pizzochera per finalità che in qualche modo agevolassero la propria società impegnata nella gestione del polo educativo della Bergamella.
Come può un sindaco che ha anche la delega al Bilancio nominare una commissione d’inchiesta sull’utilizzo dei fondi regionali? Siamo seri. Tutto passa attraverso il vaglio del suo assessorato e questo già dovrebbe essere sinonimo di garanzia. Una colossale presa per i fondelli, un tentativo abbastanza maldestro per rafforzare la tesi che lui non sapeva niente. E sempre citando Paolo Conte: “Macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia. Ah…Ah…Ah…”