Un Natale con la guerra sotto casa
Lo sappiamo, siamo sotto Natale e un editoriale dovrebbe iniziare facendo gli auguri di buone feste a tutti i sestesi per poi parlare dello spirito di questi giorni. Ma ci perdonerete se questa volta usiamo questo spazio per una riflessione diversa, decisamente più amara quanto necessaria.
Già, perché l’edizione 2024 del Global peace index, pubblicato dall’Insitute for Economis & Peace, ci fa sapere che attualmente nel mondo sono attivi ben 56 conflitti bellici, il numero più che alto che si sia mai registrato dalla fine della seconda guerra mondiale. E allora, ecco che parlare di Natale, serenità, regali, pranzi e cene diventa un pizzico più complicato.
Non è questione di essere buonisti, ma davanti a un dato del genere una riflessione si impone, anche perché mai come in questi giorni la guerra è anche alla nostra finestra.
Il conflitto che più ci vede a rischio, lo sappiamo, è quello tra Russia e Ucraina. Stiamo parlando di una guerra a 2.400 chilometri da noi, all’apparenza una distanza assiderale. Invece non è così. Le tensioni in quell’area geografica si ripercuotono anche nel nostro Paese che al momento sta a guardare ed è coinvolta indirettamente con i finanziamenti all’Ucraina per permettere al suo esercito di armarsi. In realtà il pericolo è più vicino di quanto paia. Ogni giorno che passa la situazione peggiora e nello scacchiere va anche inserita l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La sua politica estera resta più misteriosa che mai. Lasciamo stare le frasi a effetto, tipo “Se vengo eletto, il giorno dopo faccio terminare la guerra in Ucraina”. La verità è che stiamo assistendo a un escalation pericolosa e Trump è tutto fuorché una garanzia di pace.
Inoltre, se pensiamo alla crisi in Medio Oriente, con Israele sempre più intenzionata a non fare un passo indietro c’è poco da brindare al Natale. Da sempre quell’area è una polveriera e noi non siamo così lontani da poterne subire effetti collaterali.
Non neghiamocelo: abbiamo sempre visto la guerra come un qualcosa lontano da noi sia fisicamente che mentalmente, ma ora non è più così. Ora il vento è cambiato e l’Italia è a un passo dal trovarsi nel bel mezzo di una crisi bellica senza precedenti ad eccezione delle guerre mondiali. E comunque, anche non ci riguardasse in prima persona, fin quando un bambino rischierà di morire perché nel cielo non vedrà stelle, ma solamente bombe che cadono sulla sua testa non potrà mai essere davvero un bel Natale per nessuno. La guerra non ha mai ragione; la guerra è sempre sbagliata e questo non dovremmo mai scordarcelo.