Il Bilancio consuntivo è politico e non tecnico
Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha approvato il Bilancio consuntivo 2023. Un documento politico importante, termometro politico dell’ efficienza dell’amministrazione comunale. Dalla lettura e dall’analisi dei dati, si misura il grado di credibilità di chi amministra, in relazione alle scelte previste nel bilancio programmatico. Una lettura e un’analisi molto semplice: è stato proposto tot, si è realizzato tutto, abbastanza, poco o niente. Sono stati previsti tot milioni di euro in entrata e ne sono arrivati effettivamente quanti? Semplice ma politicamente rilevante. Basta confrontare le proposte e le attuazioni. Ed è una lettura politica e non tecnica. Ecco perché, non abbiamo capito perché la consigliera Mari Pagani si sia lamentata dell’esposizione politica, chiedendo che la relazione venisse fatta dai tecnici. Sinceramente un’ affermazione che lascia di stucco, soprattutto se arriva da una consigliera d’ opposizione candidata da Città in Comune alle primarie del centrosinistra del 2022 per la carica di sindaco. Quanto è successo ricorda una vicenda avvenuta negli anni 70.
Alla presentazione del bilancio consuntivo, un consigliere d’opposizione che non aveva l’abitudine di frequentare con assiduità i lavori del parlamentino, giunto in aula a seduta già iniziata da qualche ora, chiese la parola e disquisì per quasi mezz’ora sulle delibere. Peccato che confuse il consuntivo con il preventivo. Al termine del suo intervento, a conclusione dei lavori il sindaco Libero Biagi disse: “Grazie consigliere, per una volta ha anticipato i tempi. Terrò da conto il suo intervento per il prossimo bilancio preventivo”.