Ancora una volta, il teatro delle polemiche è quello virtuale dei social network, ma le accuse sono reali, eccome. Non se le mandano a dire Gianpaolo Caponi e Marco Lanzoni, rispettivamente ex vice sindaco di Sesto e attuale assessore ai servizi di comunicazione informatici e videocontrollo.
A innescare la miccia delle polemiche è Lanzoni che con un post e un paragone tutt’altro che felice accosta Caponi a Francesco Schettino, il “celebre” capitano oggi in carcere a Rebibbia che nel 2012 abbandonò la nave Costa Concordia che stava affondando al largo dell’Isola del Giglio. Un incidente che tutti ricordiamo bene e che costò la vita a 32 persone.
Basterebbe questo per rendere tutt’altro che opportuno il paragone, anche se Lanzoni ci ha abituato a gaffes e provocazioni bizzarre, specie sui social. “Qui in attesa che “Schettino” passi e faccia l’inchino, virando drasticamente a sinistra prima dell’impatto per poi abbandonare nel momento del bisogno la nave” ha scritto sui social.
Non sono mancati i tanti commenti indignati tra cui spicca quello di Paolo Rosellini che bacchetta Lanzoni: “Post vile, da classica persona che emersa dal nulla sputa nel piatto in cui ha mangiato”.
Ma la replica di Caponi non si è fatta attendere ed è stata durissima: “… Dal 14 maggio si respirerà aria pulita a Sesto San Giovanni. Segnatevi questa data. Posso solo dire che dopo aver assistito alla riunione di aprile 2018 che mi aveva convinto a dare le dimissioni avevo il timore di veder arrivare i lampeggianti sotto casa dalla spregiudicatezza alla quale avevo assistito e Marco (Lanzoni – ndr) era stato messo al corrente di tutto. Ognuno decide da che parte stare. Io dalla parte della città e non del potere. Nel 2012 il mio slogan era persona per bene e sul grado di valore dell’onestà non ho cambiato idea, altri non so. Ma tempo al tempo. Marco dovrà dare delle risposte visto il ruolo che ha ricoperto partendo dal raccontare cosa gli proposero in una riunione dove gli venne chiesto di lasciare fuori il cellulare. La mia non è vendetta ma solo il comportamento di un uomo di legge che da 31 anni svolge la professione di avvocato.non cerco sentenze giudiziarie ma solo il rispetto per il voto ricevuto dal nostro progetto civico .Tutto qui .
Più che i paragoni infelici di Lanzoni, cresce dunque la curiosità per queste prove documentate che dimostrerebbe il contenuto “inconfessabile” di una riunione alla quale – ironia del destino – l’assessore alla videosorveglianza – avrebbe partecipando lasciando fuori il cellulare per paura di essere spiato o intercettato.