Abbiamo un debito di riconoscenza verso Marco Lanzoni assessore alle gaffes del comune di Sesto. Tutte le volte che generosamente si espone, ci da materiale di lavoro Anche ieri ha voluto contribuire alla nostra produttività, l’ha fatto ai margini delle indignate pŕoteste di tanti cittadini, sull’ ennesimo spreco della giunta che ha speso circa 30.000 euro per un giornaletto che riassume gli “sfavillanti successi” di Di Stefano e soci di questi cinque anni di consigliatura.
Uno spreco che non trova giustificazione alcuna, ma non per il nostro Lancillotto che tentando di sbeffeggiare i contestatori ha richiamato l’ obbligo di legge previsto dall’ articolo 4 del Dlgs 149/2011 che obbliga il sindaco a rendere conto del suo operato ai cittadini con la pubblicazione del documento sul sito istituzionale del Comune, ma non di farne un uso propagandistico, come ha fatto Di Stefano spendendo 30mila euro con una pubblicazione che ha spedito a casa dei sestesi con l’ inevitabile foto sorridente (cosa ci sia da ridere in questo momento lo sa solo lui) per puro uso propagandistico.
Naturalmente il fido scudiero Lanzoni, subito lancia in resta, ha preso le difese del suo capo, precipitando nell’ ennesima gaffe.
Il prode assessore che entra sempre a gambe tese su tutto rischia di essere ricordato come quel deputato della destra democristiana che agli inizi degli anni sessanta in Parlamento interveniva su tutto, soprattutto in difesa del governo. Era diventato insopportabile anche ai suoi amici e alleati, tanto che quando prendeva la parola i banchi della Camera si svuotavano. Lui imperterrito andava avanti, finché un giorno Giancarlo Pajetta deputato comunista noto per il suo sarcasmo lo interruppe in questo modo: “…Quando hai finito spegni la luce”, mettendo fine alla sua logorrea e alla sua carriera.