Un sindaco tuttofare che forse dovrebbe solo dimettersi
Tanti anni fa, quando intere generazioni ruppero sul piano politico e dei costumi, con una società bigotta intrisa ancora di valori arcaici e repressivi, una delle parole d’ordine fu: la fantasia al potere. Un modo gentile, quasi poetico, per determinare una rottura con usi e abitudini che risultavano antistorici e antimoderni. Il problema è che negli anni gli interpetri politici, della fantasia al potere ne hanno fatto un uso improprio e l’hanno usata nel peggiore dei modi. In alcuni casi, la fantasia è diventata un gioco di prestigio per occupare il potere comunque e ovunque. A Sesto il vero prestigiatore è il sindaco Di Stefano. Oltre a restare a galla con una giunta e una maggioranza lacerata, ha evocato a sé deleghe e competenze che vanno dal Bilancio, allo Sport, allo Sviluppo delle Aree Dismesse, al Commercio, ai Rapporti con le Imprese così via. Inoltre fa il sindaco e il vicesindaco, il pattugliatore e tanto altro. Un nostrano mago Houdini, anzi una maschera di Petrolini capace di essere tutto nel niente. Gli suggeriamo, vista la sua poliedricità, di fare anche il vigile urbano vecchio modello, quello che era in strada a fare viabilità. Sesto ne ha tanto bisogno. In realtà tutto questo accumularsi di deleghe, che se svolte solo al cinquanta per cento, metterebbero KO anche un novello Einstein, è solo un tentativo per restare a galla e tenere unita una maggioranza ormai logora. A farne le spese è la città costretta a subire questi giochetti da parte di una politica fatta da incompetenti. Al sindaco, a cui vogliamo bene, gli suggeriamo di abbandonare, riprendere la sua cartelletta e tornare a fare l’assicuratore.
IL GUARDIANO DEL FARO