Tra due anni e mezzo i cittadini di Sesto San Giovanni saranno chiamati a votare per eleggere la nuova amministrazione che dovrà governare la città. Sarà un voto decisamente importante che meriterà la massima attenzione e possibilmente la massima adesione possibile. Ma procediamo con ordine.
Il sindaco Roberto Di Stefano non potrà più essere eletto e il centrodestra dovrà trovare un nuovo leader da proporre per chiedere ai sestesi continuità. Già, ma quale continuità? In questi sette anni e mezzo Sesto è senza dubbio peggiorata e non poco. È sotto gli occhi di tutti. L’amministrazione in carica ha lavorato (si fa per dire) senza mai avere un progetto futuristico, bensì proclamando slogan la maggior parte dei quali decisamente incentrati sulla caccia alle streghe. Di Stefano non perde occasioni per lanciare i suoi strali che sono il luoghi comuni che più comuni non si può: “non c’è spazio per l’illegalità” è tra i più gettonati. Al di là della banalità (quale persona di buon senso vorrebbe dare spazio all’illegalità) per lui “illegalità” è sinonimo di stranieri o di miseria disperata (leggasi sgombero della Casa Albergo)
Insomma forte con i deboli e debolezza mosrata in ogni altra situazione. E qui vengono al pettine molti nodi. Cosa ha fatto questa amministrazione per aiutare un commercio locale sempre più in crisi? Cosa ha fatto per gestire una viabilità le cui parole d’ordine sono ingorgo e code continue? Cosa ha fatto per sistemare la vergognosa incuria in cui giace (è proprio il caso di dirlo) il nostro cimitero? Cosa ha fatto per il problema casa? Cosa ha fatto per la mancanza di impianti sportivi decenti e per le società che gestiscono centinaia di ragazzini? Potremmo andare avanti a oltranza, ma il tenore delle domande è ben chiaro.
Qui non è essere contro qualcuno, ma capire se si è disposti ad accettare che si possa proseguire per una strada che non ha saputo (o voluto) dare risposta a una serie di problemi, preferendo governare per slogan. E già che ci siamo, anche se pare presto, chi sarà il candidato del centrodestra? Al momento all’orizzonte fatichiamo a vedere un nome spendibile per capacità e carisma. Sul piatto ci sono figure “deboli”. Qualcuno sussurra: Silvia Sardone. E ci verrebbe da rispondere “No, grazie”. Dopo dieci anni di interregno Di Stefano, pensare che il sindaco possa essere la sua ex moglie non è accettabile: che Sesto San Giovanni sia una questione di famiglia non ci piace per nulla.
Infine chiudiamo con una riflessione su quello che oramai da troppo tempo è un fantasma che aleggia su qualsiasi tipo di chiamata alle urne, dalla elezioni amministrative a quelle politiche, dalle europee ai referendum: l’astensionismo. Purtroppo non è un segreto che sempre più gente non si reca più a votare, giustificando la propria scelta che intanto “non cambia nulla” che intanto “sono tutti uguali”. È quasi una battaglia persa provare a convincerli del contrario, ma ci sentiamo in dovere di provarci. Almeno per queste prossime amministrative. La città di Sesto San Giovanni deve essere rilanciata, se non vuole rischiare di diventare un enorme polmone dormitorio di Milano. Una volta Sesto aveva una sua precisa identità che ora sta smarrendo. E non intendiamo che debba tornare a essere la città delle fabbriche perché così non sarà più. Ma si può trasformarsi senza perdere di prestigio. E questo dipende dalle scelte politiche che si faranno nei prossimi anni. Le amministrative non sono le politiche, le questioni sul piatto sono differenti e riguardano molto, ma molto da vicino la qualità della vita di tutti noi. Delegarla al 40, 50 o 60% (a essere ottimisti) degli aventi diritto al voto sarebbe la cosa più sbagliata in assoluto. Avete due anni e mezzo per rifletterci e mettere da parte indifferenza e rassegnazione. Ma anche per non votare di pancia o per simpatia di un colore politico: per una volta provate a guardare le proposte concrete che vengono fatte per il bene di Sesto.
Paolo Vino
Segretario Politico Liste civiche Giovani Sestesi e Lista Popolare X Sesto