Porta Breda, un mistero tra passato e futuro
di La Prof
A vederla così, preda dei vandali che ne hanno impietosamente imbrattato le superfici, non se ne capisce immediatamente né l’importanza, né il significato. La collocazione di questa struttura-architettura (tra poco si capirà il perché della scelta terminologica) all’interno del Parco Archeologico Industriale ex Breda può tutt’al più soccorrere l’ignaro visitatore in merito alla scelta del materiale, quell’acciaio che un tempo era il cuore della produzione della IV Sezione, la Breda Siderurgica. Diciamo però subito che l’opera, firmata dallo scultore milanese Michele Festa (1931-2010) è di molto posteriore alla chiusura definitiva, dopo varie vicissitudini, delle lavorazioni di rifonditura nel 1992. Data infatti ai primi anni del nuovo Millennio, in concomitanza con la definizione e l’apertura ufficiale di quest’angolo di archeologia industriale che preserva, tra gli altri, i binari del Carroponte, una locomotiva del 1906 e un maglio (una sorte di enorme martello) da 15 tonnellate. La “Porta Breda” di cui stiamo parlando, creata appositamente per il Parco predetto, è il risultato di un ragionamento attorno allo spazio circostante, punteggiato da un lato dal Centro Sarca e dal viale omonimo, dall’altro dalla nuova veste alberghiera di Villa Torretta e, alle spalle, da quell’ampia superficie che oggi ospita concerti ed eventi attrattivi di vario genere. L’opera è realizzata in acciaio corten e si compone di poderosi montanti che restituiscono la parvenza del metallo arrugginito di una fabbrica, ma regalano al contempo suggestioni da un tempo ben più lontano del XX secolo grazie alle forme megalitiche, tributo all’interesse dell’artista per il periodo preistorico. Quasi una sorta di Dolmen che sfida il cielo e la gravità con il suo movimento di torsione e che traduce in realtà tangibile lo studio dello scultore milanese sulla instabilità delle forme nello spazio e su un disequilibrio ancor più accentuato nelle strutture architettoniche. Una soglia da attraversare, che sembra fungere da perno agli elementi del paesaggio metropolitano nel momento in cui ci si ferma al di sotto. Nel comunicato stampa di presentazione della personale dell’artista Contrappunti Spaziali, curata da Lorenzelli arte nel febbraio-marzo 2003, si parla, con riferimento anche alla Porta Breda, del “naturale ricostituirsi di un rapporto originale, ma diremmo anche originario e simbiotico, tra scultura e architettura, tra scultura e paesaggio urbano”. Nel descrivere il pensiero di Michele Festa, la storica dell’arte Anna Finocchi parla, in uno scritto in catalogo, di “pensiero architettonico”. Una curiosità prima di salutarci: la Porta Breda è stata protagonista a “Striscia la notizia” all’interno della rubrica “EnigmArte”. Lo spezzone della puntata, andata in onda l’8 aprile 2023, è visibile sul sito della trasmissione (“EnigmArte a Sesto San Giovanni, una porta che sa di Giappone”). Un’altra opera in città, sempre dello scultore milanese, si trova nel Giardino Sandro Pertini (Spazio Arte), lato via Martiri della Libertà.