L’abilità di Renzi e lo spirito dei Giovani Sestesi
Con un’abile mossa da scacchista, Matteo Renzi si è rimesso in gioco. Dopo il fallimento acclarato di un ipotetico e sconclusionato centro, prima con Calenda e poi con + Europa, l’ex sindaco di Firenze ha buttato la palla nel cosiddetto campo largo con un assist vincente.
Lo ha fatto prima nella partita del Cuore verso Elly Schlein e poi concretamente con la proposta di riaprire il confronto con il centrosinistra. Certo, questo ha procurato e procura qualche mal di pancia in Italia Viva, ma lo ha rimesso in gioco e in più ha sbaragliato lo stesso campo largo, indebolendo la capacità contrattuale del M5S e aprendo una discussione vera e non scontata nel Pd.
Si può dire tutto di Renzi, ma una cosa è certa: è l’ unico che ha intuito e strategia politica. Spesso usate male, ma nel panorama piatto della politica sovrasta tutti. Abbiamo fatto questo riferimento perché proprio nel piattismo politico che caratterizza le opposizioni a Sesto, uno come Renzi servirebbe eccome. Potrebbe rappresentare la chiave di volta che porta dal torpore all’azione. Invece a Sesto il centrosinistra vive di momenti, caratterizzati solo da rincorse. Eppure i temi che riguardano la città, il suo degrado socioculturale, l’affermarsi di una cultura del disprezzo verso i ceti più deboli, dell’esclusione, di una totale mancanza del governo del territorio sono all’ordine del giorno.
Ma tutto questo sembra non interessare. Ecco perché abbiamo apprezzato e apprezziamo il tentativo di Paolo Vino e dei Giovani Sestesi di dare un senso alla politica con il comitato scientifico e le proposte di una città che sappia ritrovare se stessa e avviarsi al terzo millennio. Basterà il comitato scientifico? Da solo no. Alle proposte, serve l’azione che solo la politica può dare. Ci auguriamo che in tempi brevi accada,. altrimenti per Sesto sarà buio pesto.