Il commercio locale sta morendo ma nessuno se ne preoccupa
Una città è viva grazie anche al suo commercio. Negozi aperti e vetrine luminose sono sintomo di comunità che funziona. E perché questo avvenga servono due cose fondamentali: la presenza di negozianti entusiasti pronti a mettersi in gioco e un’amministrazione comunale attenta che metta in campo politiche intelligenti in grado di incentivare gli operatori. Ebbene, se nel primo caso non possiamo di certo muovere alcuna critica, visto l’impegno e la passione registrata quotidianamente nei nostri concittadini che ogni mattina alzano la saracinesca, altrettanto non possiamo dire dell’assessorato al Commercio. Il sindaco Roberto Di Stefano ha affidato una carica così delicata e importante prima a Maurizio Torresani e poi all’attuale assessore Alessandra Aiosa con l’identico risultato: calma piatta. Sinceramente fatichiamo a capire quale sia la strada che hanno tracciato e percorso in tutti questi anni a favore del commercio locale. Fatichiamo perché non esiste, si è navigato a vista.
Sempre più spesso, infatti, siamo costretti a registrare attività che chiudono i battenti sfiancate dalla scarsa mole di lavoro, dai costi troppo onerosi che devono affrontare e dalla totale mancanza di un supporto da parte del Comune. È vero che la gente sempre più spesso tende a recarsi nei centri commerciali (e qui si potrebbe aprire un capitolo a parte) ma sarà sempre più inevitabile se il tessuto dei negozi di vicinato è abbandonato al suo destino. Oramai a Sesto registriamo solamente agenzie immobiliari e servizi di ristorazione, il resto è merce rara. Ad esempio: quanti ortolani troviamo in rapporto a qualche anno fa?
E il Comune è impegnato a sgomberare la casa albergo di via Fogagnolo con un sindaco che esulta perché “Volevano fare come Ilaria Salis?”. Certo, dai, continuiamo a prendercela con i più deboli e basta. Ma Di Stefano e Aiosa girano per le strade di Sesto? Non si rendono conto che il commercio locale è in agonia da un pezzo e quanto prima dovrà alzare bandiera bianca? E quando tutte le serrande saranno abbassate quale dichiarazione dovremmo aspettarci? Un laconico “Chi non lavora non fa l’amore” a sbeffeggiare chi ha dovuto arrendersi?
Attenzione che stiamo parlando di un problema che riguarda tutti i quartieri, non è una crisi legata solamente a un singolo rione. Non servono slogan, servono fatti. L’assessore al Commercio si attivi finché c’è un minimo respiro, metta in campo politiche che favoriscano la ripresa, studi iniziative per rilanciare un settore che è linfa vitale per Sesto e per i sestesi. La chiusura di un negozio non è la sconfitta del singolo commerciante, ma di tutti. Soprattutto di un’amministrazione miope che non ha saputo dare risposte al suo dramma. In fondo basta dire “d’altronde è tutto colpa del covid”.