Il comitato di piazza Trento e Trieste non è apolitico
Il comitato dei cittadini di piazza Trento e Trieste ha il merito di aver sollevato dal torpore la comunità che vive in quel quartiere. Ha affrontato e affronta temi di vita vissuta a partire dalla sicurezza , che in quella zona è messa seriamente in discussione.
Troppi e ripetuti negli anni gli episodi violenti, i furti, gli atti vandalici, le risse e via dicendo. Una situazione che persiste e che registra l’impotenza dell’amministrazione comunale. Sindaco e assessori avvezzi ai selfie, poco o nulla hanno fatto. Manca una strategia e una programmazione socioculturale, l’unico vero antidoto al degrado urbano e morale. E manca la progettazione politica. Ecco perché troviamo poco comprensibile il continuo affermare da parte dei rappresentanti del comitato della loro apoliticità. Un’affermazione che svilisce il loro stesso impegno.
Chiunque affronti temi che riguardano la comunità, fa politica concreta sollevando problemi e proponendo soluzioni. Affermare il contrario, per paradosso, è anche questa politica, ma nel senso negativo del termine. Ci si può definire apartitici, e anche su questo ci sarebbe da discutere, ma non apolitici. Altrimenti si compie una mistificazione politica della politica.
Anche l’ ultima presa di posizione sulla proposta della giunta della nuova fontana, è una marcata e sostanziale presa di posizione politica. Anche perché chi si rifugia nell’apoliticità, la politica la subisce. La crescita sociale e il superamento del concetto di comitato come un recinto chiuso, impenetrabile e invulnerabile, è pura chimera. Molto meglio entrare in campo per quella che è la vera sfida: il miglioramento delle condizioni dei cittadini che si intende rappresentare. Questa è politica.