Un presidente del consiglio smaccatamente di parte
ABCD_Eros
Seguo spesso le sedute del consiglio comunale e ciò che colpisce, più degli assordanti silenzi di parte dei consiglieri di maggioranza, che sembrano intervenire perlopiù quando sono obbligati, è la conduzione del presidente del consiglio.
Parliamo di un consigliere eletto, che viene votato come presidente, a maggioranza, dagli altri membri dell’assemblea cittadina. Tralasciando il travagliato percorso che ha portato alla elezione del presidente Davide Coccetti e seguendo le sedute da almeno quindici anni, c’è da restare sgomenti.
Il tentativo di troncare le sedute a un orario consono solo a lui e a tutta l’afona maggioranza che lo ha seguito, è stato scongiurato grazie all’intervento dal garante della legalità nell’Ente. Il presidente si dimentica, forse, di essere pagato lautamente dai cittadini e che l’unica limitazione, quella della mezzanotte, era stata attuata per risparmiare sugli straordinari dei dipendenti comunali. Evidentemente sarebbe necessario spiegargli che non basta essere fraterni amici del sindaco, per terminare le sedute a proprio piacere.
Avendo in passato vissuto e ascoltato l’operato di altri presidenti, ritengo che il trattamento riservato alla minoranza, e nello specifico ad alcuni consiglieri, rasenti l’ignobile. A volte pare si stia imitando uno di quegli improbabili talk show politici, dove l’avversario cerca di interrompere continuamente il suo interlocutore per fargli perdere il filo. È già abbastanza odioso ascoltarlo in tv, figuriamoci poi se l’interlocutore dovrebbe essere l’arbitro e ha il potere di toglierti la parola. È così che Coccetti, in uno dei recenti consigli comunali, si è comportato con la consigliera Soad Hamdy, rea di portare alla luce ciò che ritiene importante che sappiano i cittadini.
Quando si tocca lo scottante quanto evidente tema del mensile “Notizie in Comune” (nel periodico viene ritratta in copertina per ben due numeri la candidata alle elezioni europee Silvia Sardone), il clima si surriscalda. E le parole del presidente non lasciano spazio ad interpretazioni: “Consigliera, non le consento di proseguire su questi termini”.
Al di là dell’italiano improbabile, evidentemente, anche a Sesto San Giovanni abbiamo degli intoccabili. Se il cerchio magico intorno al sindaco pare sfaldarsi neanche tanto lentamente, resta il problema di quella che è la seconda carica del Comune: un presidente che non è in grado di essere rappresentativo e di garanzia di tutto il parlamentino. Rimane un ristretto gruppo di fedelissimi che non si risparmiano figuracce, come quelle del capogruppo della Lista Di Stefano, che demanda a un altro la richiesta di approfondire con l’avvocatura la possibilità di querelare la consigliera Hamdy. Attendiamo, speriamo non invano, che quel che resta dell’ufficio di presidenza abbia un sussulto di dignità e si faccia sentire.
Eros de Noia