L’ex primo cittadino sestese Giorgio Oldrini ha analizzato quelle che, a suo avviso, sono state le ragioni di una sconfitta evidente, quella del centrosinistra alle recenti politiche. Utilizziamo volutamente il plurale perché Oldrini individua più di una causa.
Ecco la sua analisi…
Naturalmente, come molti, penso alle ragioni della sconfitta. Credo ce ne siano molte. La prima: ormai da decenni ha vinto la cultura dell’individualismo. Tutto ciò che è condivisione, impegno, solidarietà è superato. Di qui la crisi dei partiti, ma anche dei sindacati, della Chiesa, delle associazioni di volontariato e di quelle sportive, dei Lions e dei Rotary. Ci trovare poche persone e normalmente in là con gli anni. Vale nel sociale e vale nella politica, soprattutto a sinistra dove le divisioni spesso incomprensibili sono quasi costitutive.
Quando ero in America latina sorridevo quando un partito aveva nel suo nome “unitario”. Era il segno inequivocabile che proveniva da una scissione. Ma a sinistra tutto si accentua col paradosso che più si parla di inclusione, più ci si divide per motivi incomprensibili alla gente comune. Il passato si dimentica, e succede in tutto il mondo, ma sempre più rapidamente e per molti fascismo o antifascismo sono solo eco lontana, come per noi le battaglie di Garibaldi. C’è poi un dato ulteriore che mi preoccupa.
Gli italiani ormai da anni votano chi è contro, meglio se rumorosamente. Renzi rottamatore arrivò al 40%, soppiantato da Salvini antisistema, a sua volta superato dal vaffanculo del M5s col suo 34% di solo 4 anni fa. Adesso tocca alla Meloni, l’unica che era contro il governo Draghi. A proposito, tutti hanno applaudito Draghi, salvo poi votare quelli che lo hanno affossato. Mi addolora molto la sconfitta, ma mi preoccupano di più le ragioni della sconfitta. Naturalmente il Pd ha fatto i suoi errori, Ma ne parlerò domani, altrimenti divento troppo lungo.