Moschea sì, moschea no… In questi giorni è tornato alla ribalta questo argomento nel dibattito politico a Sesto San Giovanni. Come era accaduto nelle ultime due campagne elettorali.
Una questione sempre divisiva, specie tra il sindaco uscente Roberto Di Stefano e il candidato di Sinistra, Michele Foggetta.
Ma la questione si può ridurre a un semplice “moschea sì” o “moschea no”? Un punto di vista differente arriva da Paolo Vino, candidato dei Giovani Sestesi che in una nota precisa: “Sulla questione Moschea, a mio parere, sbaglia Di Stefano a dire aprioristicamente no e sbaglia Foggetta a dire si acriticamente. Il primo, perché non tiene conto del diritto costituzionale al libero culto, il secondo perché, per ideologismo, non considera il diritto alla trasparenza e alla sicurezza e la sostenibilità del progetto. Sesto non ha bisogno di questa, è il caso di dirlo, guerra di religione ma di veder sciolto questo nodo. Sesto è una città laica, nel senso dell’accoglimento, della convivenza e della tolleranza e una città laica significa una città dove tutti i diritti costituzionali sono non solo garantiti, ma sono la stella polare dell’agire politico e amministrativo e dove i doveri sono chiari condivisi e rispettati”.
“Quindi, si ad un luogo di culto per i Sestesi di confessione musulmana, commisurato al territorio e alle reali necessità cittadine, no a progetti con obiettivo di fare di Sesto una sorta di polo di riferimento regionale, con centri di formazione religiosi e altro. E, soprattutto, si ad una realtà dove proprietà, risorse, responsabilità e attività siano chiare e coerenti con il nostro quadro legislativo e dove non solo le comunità religiose ma anche le rappresentanze delle diverse nazionalità di provenienza dei residenti sestesi di fede musulmana siano coinvolte, anche nella proposta culturale aperta alla Città” continua il candidato sindaco dei Giovani Sestesi.
“Il nostro impegno . conclude Vino – deve essere per il rispetto e la difesa del bene pubblico, per l’assoluta assenza di discriminazioni di qualsiasi tipo, per una comunità che dalle sue storie e differenze trae forza e non divisione, dove la convivenza attiva e il rispetto sono la cifra del vivere comune e dove diritti e doveri, libertà e sicurezza, legalità e rispetto non sono mai disgiunti”.