Le accuse dell’ex vice sindaco Gianpaolo Caponi all’attuale giunta di centrodestra, servite a pochi mesi dalle elezioni e in un contesto “spettacolarizzato” dai video in rete e sui social sembrano l’assist perfetto per una opposizione che è chiamata a riconquistare la città dopo la sconfitta choc del 2017. E invece, almeno per il momento, il Partito Democratico di Sesto San Giovanni si è limitato a chiedere chiarimenti invitando il sindaco a chiarire.
“Il Pd sestese alla luce di queste dichiarazioni chiede al sindaco Di Stefano di chiarire in Consiglio comunale i fatti denunciati dall’avv. Caponi. Si tratta, infatti, di accuse circostanziate e molto pesanti e chiediamo anche che siano sentiti in Consiglio comunale Silvia Sarone e l’imprenditore che ha pagato le campagne elettorali di Di Stefano e della stessa Sardone”.
Tutto qui.
Ovviamente Di Stefano ha fornito la sua versione dei fatti nel primo consiglio comunale utile dopo il video di Caponi di metà dicembre, ma lo avrebbe fatto chiaramente anche senza l’invito del principale partito di opposizione.
Resta però il fatto che terminato l’intervento in aula del primo cittadino, per i dem sestesi l’affaire Caponi sembra chiuso senza troppi problemi. Vero è che l’appoggio di Caponi e della sua lista al centrodestra è stato decisivo nel 2017 per la vittoria di Roberto Di Stefano, ma oggi che, per un verso o per l’altro, le sue accuse sono funzionali al lavoro di un’opposizione concreta e agguerrita era logico attendersi un attacco diretto invece che la solita tattica attendista.
D’altra parte in politica non è raro che il tuo peggior nemico si trasformi nel tuo migliore amico, almeno quando c’è un avversario comune da sconfiggere. Basta saperlo riconoscere.